Next Generation EU: strumento temporaneo da 750 miliardi di euro per sostenere la ripresa
Tra le proposte presentate a maggio 2020 della Commissione Europea, relative al piano di ripresa che prevede sostenibilità ed uniformità per tutti gli Stati membri, sentiamo spesso parlare di Recovery Fund che altro non è che lo strumento temporaneo incorporato nel bilancio dell’UE a lungo termine, chiamato Next Generation EU (NGEU).
La misura è stata successivamente concordata dai leader dell’UE, a luglio 2020, e prevede 750 miliardi di euro.
Cos’è la Next Generation EU
Next Generation EU comprende un pacchetto di misure che hanno l’obiettivo di stimolare la ripresa, sostenendo gli stati europei a fronteggiare la crisi dovuta all’emergenza sanitaria da Covid-19, oltre a facilitare la transizione ecologica e digitale.
“Con il piano per la ripresa trasformiamo l’immane sfida di oggi in possibilità, non soltanto aiutando l’economia a ripartire, ma anche investendo nel nostro futuro: il Green Deal europeo e la digitalizzazione stimoleranno l’occupazione e la crescita, la resilienza delle nostre società e la salubrità dell’ambiente che ci circonda” – ha dichiarato la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – “Il momento dell’Europa è giunto: La nostra determinazione dev’essere all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte. Next Generation EU ci permette di dare una risposta ambiziosa.”
Lo strumento temporaneo di ripresa Next Generation EU reperirà risorse finanziarie per riparare i danni economici e sociali, causati dall’emergenza coronavirus, rendendo l’Europa più moderna e sostenibile, grazie all’innalzamento temporaneo del massimale delle risorse proprie al 2,00 % del reddito nazionale lordo dell’UE. Ciò consentirà alla Commissione Europea, forte del suo elevato rating creditizio, di ottenere fondi sui mercati finanziari per un totale di 750 miliardi di euro.
Gli Stati che vorranno beneficiare dei finanziamenti dovranno presentare dei piani di recupero e resilienza, ogni anno entro il mese di aprile, con i loro piani di riforma nazionali, oppure ad ottobre dell’anno precedente, insieme ai progetti di bilancio.
Recovery Fund: fondi Next Generation EU
La dotazione di 750 miliardi di euro è composta da 360 miliardi in prestiti e 390 miliardi a fondo perduto, nello specifico, così suddivisa:
- Recovery and Resilience Facility (RRF): 672,5 miliardi di euro di cui prestiti per 360 miliardi di euro e somme a fondo perduto per 312,5 miliardi di euro;
- ReactEU: 47,5 miliardi di euro a fondo perduto;
- Horizon Europe: 5 miliardi di euro a fondo perduto;
- InvestEU: 5,6 miliardi di euro a fondo perduto;
- Rural Development: 7,5 miliardi di euro a fondo perduto;
- Just Transition Fund (JTF): 10 miliardi di euro a fondo perduto;
- RescEU: 1,9 miliardi di euro a fondo perduto.
Tipologie di interventi previsti dal Recovery Fund – Next Generation EU
L’obiettivo del Next Generation EU è quello di rafforzare la ripresa socio-economica, rivitalizzare il mercato unico e garantire condizioni di parità nel sistema economico, supportando gli investimenti urgenti e necessari in particolare nella transizione verde e digitale, che sono gli elementi chiave della resilienza e del futuro europeo.
Nello specifico, il 50% dell’importo in dotazione intende sostenere la modernizzazione tramite:
- la ricerca e l’innovazione, portate avanti con il programma Orizzonte Europa;
- le transizioni climatiche e digitali eque, attraverso il Fondo per una transizione giusta e il programma Europa digitale;
- la preparazione, la ripresa e la resilienza, attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza, rescEU e un nuovo programma per la salute, EU4Health.
Il pacchetto finanzierà anche:
- politiche tradizionali, come la politica di coesione e la politica agricola comune, per garantire la stabilità e la modernizzazione;
- la lotta ai cambiamenti climatici, a cui verrà riservato il 30% dei fondi europei, la più alta percentuale di sempre per il bilancio dell’UE;
- la protezione della biodiversità e la parità di genere.
Come finanziare il Piano di Ripresa previsto dal Next Generation EU
Per finanziare gli investimenti necessari, in linea col programma Next Generation EU, la Commissione emetterà obbligazioni sui mercati finanziari per conto dell’UE.
Nello specifico, per rendere possibile l’assunzione di prestiti, la Commissione modificherà la decisione sulle risorse proprie e aumenterà il margine di manovra, ossia la differenza tra il massimale delle risorse proprie nel bilancio a lungo termine (l’importo massimo dei fondi che l’Unione può chiedere agli Stati membri per finanziare le proprie spese) e la spesa effettiva. Con il margine di manovra come garanzia, la Commissione raccoglierà fondi sui mercati e li canalizzerà, tramite Next Generation EU, verso i programmi destinati a rimediare ai danni economici e sociali e a preparare un futuro migliore.
La Commissione prenderà a prestito fino a 750 miliardi di euro, la maggior parte nel periodo 2020-2024, e potrà:
- canalizzare i fondi verso uno dei nuovi programmi o verso uno dei programmi rafforzati o finanziare la componente sovvenzioni del dispositivo per la ripresa e la resilienza;
- concedere prestiti agli Stati membri che ne hanno bisogno nell’ambito del nuovo dispositivo per la ripresa e la resilienza secondo i termini dell’emissione originaria. In questo modo, gli Stati membri potranno contrarre prestiti indirettamente a condizioni molto vantaggiose, beneficiando dell’elevato rating creditizio di cui gode l’UE e di tassi debitori relativamente bassi rispetto a quelli che devono pagare diversi Stati membri.
La tempistica, il volume e la scadenza delle emissioni saranno organizzati in maniera da ottenere le condizioni più vantaggiose possibili per l’UE e per i suoi Stati membri.
Per maggiori informazioni, scarica l’approfondimento della Commissione Europea.
I tre pilastri Next Generation EU
I fondi reperiti da Next Generation EU saranno investiti in base ai seguenti tre pilastri:
- Sostegno agli Stati membri per investimenti e riforme
- Rilanciare l’economia dell’UE incentivando l’investimento privato
- Trarre insegnamento dalla crisi
Sostegno agli Stati membri per investimenti e riforme
Il primo pilastro incentiva la ripresa e la resilienza con 560 miliardi di euro, offrirà sostegno finanziario per investimenti e riforme, anche nell’ottica della transizione verde e digitale e per la resilienza delle economie nazionali, assicurandone il collegamento con le priorità dell’UE. Il dispositivo, integrato nel semestre europeo, avrà una capacità di sovvenzionamento che potrà arrivare a 310 miliardi di euro e sarà in grado di mettere a disposizione prestiti fino a un massimo di 250 miliardi di euro.
Il sostegno è dedicato a tutti gli Stati membri, ma inizialmente si concentrerà verso quelli che sono stati colpiti più duramente. Gli attuali programmi della politica di coesione riceveranno 55 miliardi di euro in più da qui al 2022 nell’ambito della nuova iniziativa REACT-UE. I fondi saranno assegnati in funzione della gravità delle conseguenze socio-economiche della crisi, tra cui il livello di disoccupazione giovanile e la prosperità relativa degli Stati membri.
Il potenziamento del Fondo per la transizione eco-sostenibile con un importo che potrà arrivare a 40 miliardi di euro aiuterà gli Stati membri ad accelerare l’approdo alla neutralità climatica. Un rinforzo di 15 miliardi di euro per il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale aiuterà le zone rurali a introdurre i cambiamenti strutturali richiesti ai fini del Green Deal europeo e a centrare gli ambiziosi obiettivi delle nuove strategie sulla biodiversità.
Rilanciare l’economia dell’UE incentivando l’investimento privato
Il secondo pilastro è uno strumento di sostegno alla solvibilità mobiliterà risorse private al fine di aiutare con urgenza le imprese europee economicamente sostenibili che operano nei settori, nelle regioni e nei paesi più colpiti. Lo strumento, operativo fin dal 2020, avrà in dotazione 31 miliardi di euro e reperirà risorse per il sostegno alla solvibilità per 300 miliardi di euro a favore delle imprese di tutti i settori economici, preparandole ad un’economia più pulita, digitale e resiliente del futuro.
Il potenziamento di InvestEU, il programma faro d’investimento europeo, fino a concorrenza di 15,3 miliardi di euro permetterà di mobilitare investimenti privati in progetti in tutta l’Unione. Grazie al contributo di 15 miliardi di euro di Next Generation EU, un nuovo dispositivo per gli investimenti strategici incorporato in InvestEU genererà investimenti per un importo fino a 150 miliardi di euro nel miglioramento della resilienza dei settori strategici, specie quelli collegati alla transizione verde e digitale, e nelle catene fondamentali del valore nel mercato interno.
Trarre insegnamento dalla crisi
Il terzo pilastro prevede una nuova strategia che punta ad intervenire negli ambiti in cui la crisi ha mostrato una necessità di intervento e rafforzamento. Il nuovo programma per la salute EU4Health, forte di una dotazione di 9,4 miliardi di euro, potenzierà la sicurezza sanitaria e permetterà di prepararsi alle crisi sanitarie del futuro. Grazie a un rinforzo di 2 miliardi di euro, il meccanismo di protezione civile dell’Unione RescEU sarà ampliato e potenziato così da attrezzare l’Unione per le crisi future e permetterle di farvi fronte. Horizon Europe riceverà 94,4 miliardi di euro, potenziamento che gli permetterà di finanziare attività essenziali di ricerca nel campo della salute, la resilienza e la transizione verde e digitale.
Inoltre, per sostenere i suoi partner nel mondo, l’Unione assegnerà una dotazione supplementare di 16,5 miliardi di euro all’azione esterna, assistenza umanitaria compresa, e potenzierà altri programmi dell’UE per allineare completamente il futuro quadro finanziario ai bisogni della ripresa e alle priorità strategiche.
Recovery Plan italiano: Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR)
Tutti gli Stati Membri dovranno presentare alla Commissione europea i propri Recovery Plan, o Recovery and Resilience Facility (RRF), per ottenere gli aiuti del Recovery Fund, entro aprile 2021. Il Recovery and Resilience Facility, in Italia è stato denominato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e si focalizza in particolare sulla Riforma fiscale, sulla digitalizzazione e sulla transizione green. Nello specifico, almeno il 37% della dotazione di ciascun piano deve sostenere la transizione verde e almeno il 20% la trasformazione digitale.
La bozza con le linee guida del PNRR, inviata alle Camere dal premier Conte, prevede 209 miliardi di euro finanziati dall’Unione Europea, di cui 127 miliardi sotto forma di prestiti e altri 82 miliardi come sovvenzioni, per l’Italia.
Il Piano per la Ripresa e la Resilienza individua sei missioni, suddiviso per aree tematiche strutturali in base agli interventi, funzionali a realizzare gli obiettivi socio-economici definiti nella strategia del Governo, ovvero:
- Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo e la Pubblica Amministrazione, l’istruzione, la Sanità e il Fisco;
- Rivoluzione verde e transizione ecologica;
- Infrastrutture, per la mobilità e le telecomunicazoni, con la realizzazione di una Rete nazionale in fibra ottica, lo sviluppo delle reti 5G e l’Alta Velocità;
- Istruzione, formazione, ricerca e cultura;
- Equità sociale, di genere e territoriale, con focus sulle politiche attive del lavoro e sul piano per il Sud;
- Salute.
Gli obiettivi strategici che l’Italia punta a raggiungere con le misure contenute nel PNRR, in via preliminare e sintetica sono:
- ridurre l’impatto sociale ed economico della crisi pandemica;
- raddoppiare il tasso medio di crescita dell’economia italiana, dallo 0,8% dell’ultimo decennio all’1,6%, in linea con la media UE;
- aumentare gli investimenti pubblici almeno al 3% del PIL;
- far crescere la spesa per Ricerca e Sviluppo (R&S) dall’attuale 1.3% al 2,1%, al di sopra della media UE;
- portare il tasso di occupazione al 73,2%, in linea con la media UE, contro l’attuale 63%;
- innalzare gli indicatori di benessere, equità e sostenibilità ambientale;
- ridurre i divari territoriali di reddito, occupazione, dotazione infrastrutturale e livello dei servizi pubblici;
- aumentare l’aspettativa di vita in buona salute;
- migliorare il tasso di natalità e la crescita demografica;
- ridurre l’abbandono scolastico e l’inattività dei giovani;
- migliorare la preparazione degli studenti e la quota di diplomati e laureati;
- rafforzare la sicurezza e la resilienza del Paese nei confronti di calamità naturali, cambiamenti climatici, crisi epidemiche e rischi geopolitici;
- promuovere filiere agroalimentari sostenibili e combattere gli sprechi alimentari;
- garantire la sostenibilità e la resilienza della finanza pubblica.
Accordo provvisorio europeo sul Piano per la ripresa e la resilienza – Recovery and Resilience Facility (RRF)
Il 18 dicembre 2020 il Consiglio e il Parlamento hanno raggiunto un accordo provvisorio sul dispositivo per la ripresa e la resilienza. Il dispositivo da 672,5 miliardi di euro, in linea con Next Generation EU, è al centro dello sforzo straordinario per la ripresa dell’Unione Europea.
Il dispositivo per la ripresa e la resilienza aiuterà gli Stati membri ad affrontare l’impatto economico e sociale della pandemia di Covid-19, garantendo nel contempo che le loro economie intraprendano le transizioni verde e digitale e diventino più sostenibili e resilienti.
“L’accordo odierno con il Parlamento europeo sul dispositivo per la ripresa e la resilienza costituisce l’ultimo elemento chiave del pacchetto per la ripresa dell’UE, di importanza storica. Con una dotazione di 672,5 miliardi di EUR, il dispositivo invia un segnale forte dell’unità dell’Europa e della sua determinazione a contrastare la crisi COVID-19” – commenta Olaf Scholz, ministro federale delle Finanze e vicecancelliere della Germania – “Darà un forte impulso alle nostre economie e consentirà agli Stati membri di realizzare un futuro più verde e più digitale per i cittadini e le imprese d’Europa. L’accordo è un passo fondamentale per garantire che i fondi, assolutamente necessari, possano diventare disponibili dal prossimo anno.”
Per ricevere il sostegno a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza, gli Stati membri devono preparare piani nazionali per la ripresa e la resilienza che definiscano il programma di riforme e investimenti fino al 2026.
L’accordo provvisorio sarà ora presentato al Consiglio e al Parlamento per approvazione, seguiranno aggiornamenti.
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