Credito d’imposta Ricerca e Sviluppo, Innovazione e Design

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Credito d’imposta Ricerca e Sviluppo, Innovazione e Design

Cos’è un credito d’imposta?

Prima di approfondire le caratteristiche del Credito d’imposta Ricerca e Sviluppo vediamo cos’è un credito d’imposta. Esso può essere definito come un’agevolazione fiscale, di cui si avvale la finanza agevolata, che differisce dal finanziamento, e permette di compensare debiti fiscali, diminuendo le imposte dovute. Mentre il finanziamento permette all’azienda di ricevere un importo che potrà essere dedicato ad una specifica attività, il credito d’imposta si configura come uno sconto sui tributi da pagare a fine anno.

Che cos’è il Credito d’imposta Ricerca e Sviluppo?

Il Credito d’imposta R&S, nello specifico, è una misura attiva dal 2015 e rivisitata con le successive Leggi di Bilancio, facente parte del Piano Transizione 4.0. L’agevolazione nasce il 29 luglio 2015 a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (G.U. n. 174) del Decreto del 27 maggio 2015 (di seguito DM), emanato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze.

Nel corso degli anni la misura ha subito svariate modifiche, a partire dalle attività ammissibili, fino al 2019 il credito d’imposta copriva infatti unicamente le attività di ricerca e sviluppo, con la Legge di Bilancio 2020 il bonus è stato esteso alle spese relative all’innovazione tecnologica e alle attività di design ed ideazione estetica.

La misura attuale sostiene le imprese negli investimenti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, finalizzati all’innovazione di prodotti per garantire la competitività delle imprese manifatturiere, oltre ai costi di innovazione tecnologica, design ed ideazione estetica.

Chi può usufruire del credito d’imposta Ricerca e Sviluppo?

I beneficiari del Bonus R&S Innovazione e Design sono tutte le imprese italiane, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale. Le imprese devono essere in regola con il Durc e con le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Sono escluse dall’agevolazione le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa o altra procedura concorsuale.

Quali sono le attività di Ricerca e Sviluppo per il 2022?

I progetti ammessi all’agevolazione riguardano investimenti in attività innovative relative a:

  • Ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale: il credito è riconosciuto in misura pari al 20% fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022, nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro.
  • Innovazione tecnologica: attività finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi nuovi o sostanzialmente migliorati a livello tecnologico, di prestazioni, di ecocompatibilità o dell’ergonomia. Il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 10%  fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro.
  • Innovazione tecnologica 4.0 e green: si riferisce alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0. Il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 15% fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro.
  • Design e ideazione estetica: attività svolte per la concezione e realizzazione di nuovi prodotti e campionari, da imprese del settore tessile e della moda, calzaturiero, dell’occhialeria, orafo, del mobile, dell’arredo e della ceramica. Il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 10% fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023 nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro.

Quali sono gli investimenti in Ricerca e Sviluppo?

Il Credito d’imposta R&S, innovazione e design ha lo scopo di incentivare una serie di attività atte a favorire la competitività delle imprese italiane, nello specifico spese legate a:

  • Personale, dipendente e autonomo, direttamente impegnato nella attività svolte internamente all’impresa.
  • Quote di ammortamento, canoni di locazione dei beni materiali mobili e dei software, fino ad un massimo del 30% delle spese di personale.
  • Contratti di ricerca extra Muros per le attività di R&S o contratti di innovazione per le attività di innovazione tecnologica o contratti stipulati con professionisti, studi professionali o altre imprese relative alle attività di ideazione estetica e design.
  • Servizi di consulenza fino ad un massimo del 20% delle spese relative alla voce personale o dei costi relativi ai contratti.
  • Materiali, forniture e altri prodotti analoghi, fino ad un massimo del 30% delle spese di personale o dei costi dei contratti.
  • Quote di ammortamento relative all’acquisto da terzi di privative industriali per invenzione industriali o biotecnologica, topografia di prodotto a semiconduttori o una nuova varietà vegetale, fino ad un massimo di 1 milione di euro. Sono escluse le operazioni intercorse tra imprese appartenenti allo stesso gruppo.

Non è previsto un valore minimo di investimenti, ma la misura prevede l’ obbligo di certificazione dei costi rilasciata dal soggetto incaricato della revisione dei conti e la presentazione di una relazione tecnica asseverata che illustri. il progetto, le finalità e i risultati delle attività.

Il credito è utilizzabile in compensazione in tre quote annuali di pari importo, a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello di maturazione tramite modello F24.

Come cambierà la misura nei prossimi anni?

Nel corso dei prossimi anni sono previste alcune variazioni, in particolare per quanto riguarda le aliquote agevolative.

  • Ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale: dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2022 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2031, è riconosciuto in misura pari al 10%, nel limite massimo annuale di 5 milioni di euro.
  • Innovazione tecnologica: dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 e fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2025, è riconosciuto in misura pari al 5%, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro.
  • Innovazione tecnologica 4.0 e green: nel periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2022, il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 10%, nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro. Dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2025, il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 5%, nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro.
  • Design e ideazione estetica: dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 e fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2025, il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 5%, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro.

Credito d’imposta R&S Mezzogiorno

L’articolo 244 del decreto-legge n. 34/2020 e s.m.i., per incentivare l’avanzamento tecnologico dei processi produttivi e delle imprese operanti nelle aree del Mezzogiorno, ha introdotto una specifica agevolazione per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo effettuati in tali regioni.

La misura consente di garantire nelle regioni del Mezzogiorno intensità di aiuto rafforzate per le attività di ricerca e sviluppo, rientranti nella misura agevolativa valida per l’intero territorio nazionale.

Per le imprese operanti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia per le sole attività di ricerca e sviluppo, anche in materia Coronavirus, sono previste le seguenti aliquote: 25% per le Grandi imprese35% per le Medie imprese e 45% per le Piccole imprese.

La legge di bilancio 2023 ha disposto la proroga del credito anche per l’anno 2023.

Credito d’imposta R&S Certificazione Preventiva

A seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Semplificazioni (DL 73/2022), che con l’art. 23  è intervenuto sul credito d’imposta Ricerca e sviluppo, è stata prevista l’introduzione di una certificazione preventiva.

Le imprese potranno richiedere una certificazione che attesti la qualificazione degli investimenti effettuati o da effettuare ai fini della loro classificazione nell’ambito delle attività di ricerca e sviluppo, di innovazione tecnologica e di design e innovazione estetica ammissibili al beneficio. Analoga certificazione può essere richiesta per l’attestazione della qualificazione delle attività di innovazione tecnologica finalizzate al raggiungimento di obiettivi di innovazione digitale 4.0 e di transizione ecologica ai fini dell’applicazione della maggiorazione dell’aliquota del credito d’imposta prevista.

Tale certificazione:

  • Può essere richiesta solo a condizione che non siano già state constatate delle violazioni o iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento delle quali l’impresa ne è formalmente a conoscenza. Il comma 272 della legge di bilancio 2023 ha eliminato la condizione per la quale “non siano iniziati accessi, ispezioni verifiche o altre attività amministrative di cui si abbia avuto formale conoscenza” prevedendo che la certificazione può essere rilasciata fino a quando le violazioni relative all’utilizzo dei crediti di imposta non siano state già constatate.
  • può essere rilasciata da soggetti pubblici e privati in possesso di determinati requisiti meglio specificati con successivo Decreto del Mise. A tale riguardo verrà istituito un apposito Albo di certificatori presso il Ministero dello sviluppo economico;
  • comporterà oneri a carico dell’impresa richiedente, parametrati ai costi della procedura;
  • produrrà effetti vincolanti nei confronti dell’Amministrazione finanziaria con la conseguenza che gli atti, anche a contenuto impositivo o sanzionatorio, difformi da quanto attestato nelle certificazioni sono nulli.

 

 

 

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