Fondi europei FESR, con la pandemia da Covid-19 l’Italia riprogramma oltre un miliardo di euro
Fondi europei FESR, com’è cambiata la programmazione dopo il Covid
I fondi europei FESR (Fondo Europeo Sviluppo Regionale, ERDF in inglese) rappresentano uno dei principali interventi a supporto delle imprese. Uno degli obiettivi del FESR è quello di riequilibrare le differenze economiche tra le varie aree geografiche, incentivando gli investimenti in specifici settori, quali:
- ricerca e innovazione;
- digitalizzazione;
- sostegno alle PMI;
- green economy.
CRII e CRII +
Ogni 7 anni, l’Europa definisce le risorse da destinare ad ogni Paese per ciascun fondo. A seguito dell’emergenza dovuta alla pandemia, l’Unione Europea ha consentito una riallocazione delle risorse economiche di alcuni fondi in vista della scadenza della programmazione 2014-2020. La Commissione Europea ha così lanciato ad aprile 2020 due pacchetti di misure per fronteggiare la crisi, chiamati Coronavirus Response Investment Initiative (CRII) e Coronavirus Response Investment Initiative Plus (CRII +).
I pacchetti CRII e CRII + portano una maggiore flessibilità nell’utilizzo delle risorse esistenti non spese. Introducono liquidità immediata, proveniente dai 37 miliardi di euro di investimenti pubblici europei non ancora assegnati nell’ambito della politica di coesione 2014-2020. Inoltre, includono la possibilità di trasferimento tra i tre fondi (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo e Fondo di coesione); trasferimenti tra le diverse categorie di regioni; flessibilità in ambito di concentrazione tematica; tasso di cofinanziamento dell’UE del 100% per i programmi della politica di coesione per il periodo contabile 2020-2021.
Obiettivo principale degli investimenti per contrastare il coronavirus è, ovviamente, supportare il settore sanitario, assicurando la disponibilità di dispositivi di protezione individuale, finanziando i test e l’acquisto di attrezzature mediche aggiuntive. Il settore delle PMI beneficia, invece, di capitale circolante, a favore della digitalizzazione e di nuovi strumenti finanziari. Inoltre, vengono implementati programmi a sostegno dell’occupazione.
Fondi Europei FESR, la riprogrammazione
Per monitorare la riprogrammazione dei fondi, l’Unione Europea ha reso disponibile una dashboard con i dati in tempo reale delle risorse redistribuite in questi mesi.
Analizzando i dati disponibili relativi al fondo FESR, si evidenzia che l’Italia è tra gli Stati che hanno maggiormente fatto uso delle nuove iniziative, con uno spostamento dei fondi europei di circa un miliardo di euro. Solo la Grecia (+1,2 miliardi) ha riprogrammato di più, mentre la Spagna risulta quella ad aver usato meno la rimodulazione delle risorse (- 877 milioni).
Come si nota dal grafico, a livello regionale il mezzogiorno ha beneficiato maggiormente della riprogrammazione: Puglia, Calabria e Sicilia hanno riallocato, nell’ordine, 180, 134 e 113 milioni in più.
Per visualizzare i dati Italia su base regionale, selezionare “IT” nel filtro “country code” e selezionare “programme” nel menu con i tre punti in alto a sinistra.
Per alcuni Paesi, tra cui l’Italia, resta il problema dell’incapacità di spendere i fondi Ue che poi si perdono o, com’è successo in questo caso, vengono destinati ad altri scopi. Resta comunque evidente che per riuscire ad orientarsi nell’ambito dei numerosi contributi e agevolazioni messe a disposizione a livello europeo e non solo, e per poter gestire l’intero iter progettuale che porta all’erogazione dei fondi, sia necessario, per imprese e istituzioni, sapersi approcciare a questi strumenti con esperienza e professionalità.
Marco Barbieri, amministratore unico Gruppo Del Barba
Il grafico seguente mostra le percentuali di finanziamenti approvati ed effettivamente erogati in relazione al totale pianificato. Appare evidente la difficoltà dell’Italia, ferma al 49% (dato aggiornato a dicembre 2020).
Al 10 gennaio 2021, i dati principali sulla riprogrammazione vedono 7 miliardi in riallocazioni dell’UE per azioni sanitarie, 11 miliardi nel sostegno alle imprese, 3,1 miliardi per il sostegno diretto alle persone.
È stato inoltre fornito un aumento immediato della liquidità pari 7,6 miliardi e sono stati trasferiti 5,5 miliardi di euro tra fondi e tra categorie di regioni (fonte: coronavirus dashboard).
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